The National – Sleep will beast

  2017

I National proseguono sul loro cammino melodico e riconoscibile soprattutto per la voce e il modo di cantare baritonale e quasi parlato del cantante. La vena malinconica dei loro primi album tuttavia subisce una evoluzione e fa la sua comparsa l’elettronica che si diverte a sussurrare modi nuovi di elaborare suoni. Inoltre appaiono anche brani più decisi, come se tradizione e innovazione trovino un loro modo di interagire in un lavoro che è prima di tutto personale (rapporti familiari), ma che è anche politico per un gruppo che ha sempre sostenuto Barack Obama e che ora deve fare i conti con la variabile Trump. Così abbiamo da una parte “Empire line” e “Guilty party” che sembrano sempre pronte a decollare senza farlo mai, mentre dall’altra “Turtleneck”, “Day I die” producono suoni inattesi per i national, più corposi e “garage”. “Sleep will beast” è come sussurrato, “Carin at the liquor store”è una ballata malinconica così come “dark side of the gym”.Non è un disco allegro quello dei National, ma questo lo sapevamo già: ascoltiamolo con le prime nebbie o il grigio del cielo.

Voto: 3.5/5

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