2024
Nei primi due album i quattro erano ragazzini e i loro album rimasero in testa alle classifiche per molto tempo. Ci riprovarono anni dopo, nel 2015 e l’album che ne uscì (“Anthens for doomed youth”) non era male. Adesso, con l’età matura, i quattro ci riprovano e ne esce un album che, lontano dalla tossicità e dalla turbolenta autodistruzione di un tempo, continua a suonare con un ritmo rock leggero (“Run run run”) e nel contempo audace con alcuni esperimenti che vanno ad un fraseggio jazz (“Baron’s claw”), alla struggente “Night of the hunter”. “Have a friend” si scaglia con impeto contro la guerra, “Merry old England” è un benvenuto ironico agli immigrati in un paese pieno di immondizia ed in quinamento. Per un gruppo che si considerava sparito, direi un buon album.
Voto: 4/5