2017 – C’era una volta un gruppo indie. Una parola usata ormai a sproposito quando si indica un gruppo che ha un discreto successo ma ancora gli manca qualcosa per imporsi a livello mondiale. Indie vorrebbe veramente dire facente parte di una etichetta indipendente lontana dalle grosse major dell’industria musicale. ma non è questo il punto per gli Arcade Fire. La voglia di successo li ha portati molto lontani dai due iniziali album “Funeral” e “Neon bible”, dimentichiamoci quindi le ballate, certi arrangiamenti di archi, alcune vene malinconiche e quella quasi perfezione che aveva portato il gruppo canadese a ricevere tributi da buona parte della critica e del pubblico. dicevamo la voglia di successo: probabilmente tutto questo non bastava al gruppo e la loro è stata una parabola discendente a livello musicale, passando dal dimenticabile “The suburbs”, all’innafferrabile “Reflektor” per poi giungere a ques’ultimo CD. Veramente inascoltabile, stucchevole,dance-pop (avete letto bene), ritmi per ballare. Il primo loro album per una major si rivela un disastro per i contenuti musicali, magari avrà quel successo planetario che il gruppo sta cercando, ma farà storcere senz’altro il naso ai loro fans della prima ora.
Voto: 2/5
