Adele – 25 (2015)

  2015 – Con l’album 19 si era fatta conoscere al grande pubblico. Il pezzo trainante dell’album era quel “Chasing pavements” che ci aveva fatto scoprire questa cantante londinese. L’album 21 (i titoli degli album corrispondono all’età della cantante all’epoca) l’aveva lanciata nel panorama mondiale facendola raggiungere il primo posto della classifica degli album più venduti in tantissimi paesi. Il suo Rolling in the deep con quel suo incedere ritmico e dalle cadenze gospel ha fatto da apripista a una serie di brani che spaziano dal blues alle ballate malinconiche. Infine questo 25 e le cose si fanno più complicate. Assorbita dalla famiglia e dai produttori che spingevano per poter bissare l’enorme successo dell’album precedente, nonchè da una scarsa vena artistica, l’album si presenta come una serie di canzoni che fanno leva sulla voce, indubbiamente notevole, ma che non riesce a riempire il vuoto della pochezza della musica. sembra di ascoltare per certe canzoni mielose W. Houston, dell’album non emerge niente e non si riesce a salvare nulla. Aspettiamo la prossima prova della cantante, se riuscirà a scrollarsi di dosso produttori e cattivi arrangiatori. Anche se l’album ha raggiunto vendite astronomiche, noi volevamo sentire altro. Lontana dalle scene per quattro anni, ci si attendeva un album che offrisse diversi spunti, visto anche il successo precedente. Purtroppo non si sente notizia di quei brani travolgenti che hanno attirato una buona fetta di pubblico quali il già citato Rolling in the deep e anche Rumour has it. Il singolo Hello ci fa già capire come Adele si sia spostata verso una vena melodica che dopo il primo ascolto già stanca e pazienza se le riviste hanno osannato l’uscita dell’album con grandi recensioni, si sa che il business è business e tra le mani la casa discografica si trova un talento dal punto di vista vocale. Ma tanto è andato perso nel corso degli anni, quella voce cristallina da sola non può certo fare miracoli

Voto: 2/5

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