Questo del gruppo australiano è un album inquieto, appassionato e sofferto.
Inizia con “Paradise” schizofrenico con queste voci quasi urlate, sanguinanti. Si passa a “The planet of straw men” un mix di blues e afro, “Desert sound of Venus” è un’allucinazione psichedelica, “Braindrops” è un racconto potente che cresce con il basso a dettare il brano, “Who’s the Eugene” è confezionato per la voce femminile di Fiona Kitschin in versione dark, “Maria 62” e “Maria 63” sono due pezzi apparentemente tranquilli ma con dentro una forte carica di inquietudine. Il gruppo dimostra d’andare controcorrente, di rifiutare i facili schemi di un rock leggero. Senz’altro da ascoltare.
Voto: 4/5