Pink Floyd – The dark side of the moon

1973

Correva l’anno 1973 e i Pink Floyd venivano da due suite psichedeliche presenti in Atom heart mother e Meedle . da quei due capolavori ne nasce un altro che unisce in modo magistrale la psichedelia al rock per far nascere un album che si può tranquillamente considerare uno dei migliori della storia del rock. I brani presenti, riascoltati anche oggi, conservano tutto il loro fascino e la loro bellezza. Ad iniziare da “Speak to me che con un urlo lascia il posto alla dolce “Brethe”. Ci sono poi “Time” che inizia con la suoneria di un orologio per poi arrivare ad un assolo di Gilmour; in “Money” irrompe uno splendido assolo di Dick Parry al saxofono: in “The great gig in the sky” la voce femminile si alza nel cielo con un volo onirico; in “Us and them” torna il sax sopra le tessiture sonore di Wright; in “On the run” si respira il ritmo incalzante di un sequencer; in “Brain damage” sembra tornare la follia di Syd Barrett; in “Any colour your like”c’è una sintesi tra vecchio e nuovo; in “Eclipse” si chiude il cerchi di un album imperdibile

Voto: 4.5/5

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