Maurizio De Giovanni – Vipera

2012 Un’altra storia del commissario Ricciardi, ambientata nella Napoli degli anni trenta. Questa volta il commissario e il suo fido brigadiere Maione si trovano ad indagare sulla morte di una prostituta in un bordello frequentato da clienti della borghesia napoletana. Vipera è il nome “d’arte” della ragazza soffocata con un cuscino nella sua stanza. L’omicidio porta il commissario ad indagare tra i frequentatori del locale e tra le stesse prostitute che lo abitano e sembra poter essere il delitto perfetto per l’innumerevole quantità di persone che avrebbero avuto buoni motivi per farlo, quanto per la mancanza di indizi. Ma come ogni storia di De Giovanni, ci sono tante piccole storie attorno ad arricchire la trama. In questo libro si affaccia in modo più palese degli altri romanzi il periodo storico nel quale si svolge. Bande di fascisti si vedono farsi più arroganti, delatori e spie sono mischiati alla gente del popolo e a farne le spese è il medico Bruno Modo, amico del commissario e che si trova spesso a criticare in modo aspro le angherie delle squadre fasciste. Succede tutto al funerale di Vipera (peraltro descritto in modo magistrale), dove il dottore si mette di traverso tra una banda di questi balordi e le prostitute che stanno partecipando alle esequie. Dopo qualche giorno il dottore verrà rapito e solo grazie ai contatti di Livia (vedova di un tenore famoso e con amicizie altolocate a Roma) riuscirà ad essere liberato prima di essere deportato su un’isola. Romanzo scritto benissimo e che riesce a tenere sempre avvinto il lettore, come tutta la serie del commissario Ricciardi.

Voto: 4/5

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